Per tutelare le compagnie assicurative dai falsi incidenti stradali abbiamo dovuto scomodare la penna di Luigi Pirandello perché in questa vicenda la verità assoluta era così sfuggente da sembrare inesistente.

Un incidente stradale in cui è coinvolto un pedone investito, un’auto che non è quella che sembra, un testimone e un avvocato.

Ecco cosa è successo: il signor Pino è stato investito dal signor Filippo e che il povero Pino abbia davvero subito un incidente lo conferma, anzi lo giura e ri-giura, Gregorio che ha visto tutta la scena.

Qualcosa però non torna. Per esempio, l’auto indicata come quella coinvolta non corrisponde con la targa segnalata da Gregorio. Ma non è tutto. Gli operatori della i3 ITALIA hanno infatti ascoltato la testimonianza di Saverio, il figlio di Filippo, che rivela di conoscere molto bene il testimone perché il signor Gregorio è suo cugino cioè il nipote di Filippo.

La storia “puzzava” così tanto che gli agenti della i3 ITALIA hanno deciso di controllare più a fondo. Ed ecco fuori un’altra verità sfuggente. Lo stesso giorno, lo stesso pedone e lo stesso testimone erano stati coinvolti in un altro incidente con un’altra auto. Insomma, o avevamo trovato il pedone più distratto del mondo e il testimone più preciso dell’universo oppure c’era qualcosa di “storto” nella vicenda. Ma il noto avvocato che seguiva la vicenda e che aveva avviato la richiesta di risarcimento danni per il pedone investito non mollava e aveva anzi chiesto celerità per risarcire lo sfortunato (due volte!) pedone investito.

come scoprire falsi incidenti stradali

Gli operatori della i3 ITALIA, incuriositi dal doppio incidente, hanno così rintracciato la proprietaria del veicolo coinvolto. Si sono trovati davanti la signora Maria che allarga le braccia e dice “non ne so nulla e lo posso dimostrare”. Così chiama a testimoniare la sorella, l’amica, il vicino e tutti confermano che il giorno dell’incidente lei era da tutt’altra parte. Insomma, il secondo incidente contro lo stesso pedone, il signor Pino, veniva velocemente chiuso senza esito.

A questo punto si doveva capire la dinamica, molto simile, del primo incidente e la chiave di tutto era parlare con Gregorio. Anche se il noto avvocato aveva provato a evitare l’incontro gli agenti della i3 ITALIA sono andati avanti e quando hanno incontrato Gregorio questi ha detto semplicemente che si era sbagliato e aveva scritto male il numero della targa della macchina che aveva investito Pino.

Davvero era stato solo un errore, un fumo, uno sbaglio e una verità che appare e scompare perché lei è “colei che mi si crede”.

Eppure, grazie all’impegno della i3 ITALIA, l’assicurazione non ha pagato per un incidente che evidentemente non era mai avvenuto.